Il battesimo delle bambole.
Le bambole, da sempre, hanno rappresentato un mezzo d’intrattenimento per i più piccini; in alcuni casi, però, sono state utilizzate in rituali particolari, soprattutto al Sud d’Italia. Uno studio approfondito lo si può trovare nelle ricerche condotte dal demoetnoantropologo lucano Vincenzo Spera, Ordinario presso l’Università degli Studi del Molise.In molti casi l’azione rituale si compie con cerimoniali in cui entrano in campo alcuni oggetti. La bambola, caratterizza molti rituali in cui viene contratto il vincolo del comparatico comunemente detto il Sangiovanni, celebrato anche fra adulti. Ogni azione include sempre un atteggiamento in cui l’operazione, per quanto extra liturgica ed interamente agita da laici, assume una connotazione sacrale e, quindi, una valenza cerimoniale di tipo religioso. Il Sangiovanni, è un istituto culturale, una sorta di vero contratto interindividuale, dal quale è molto difficile sottrarsi, che si deve rispettare fino alla settima generazione. Il senso della funzione cerimoniale del battesimo delle bambole, a Barile, si mantiene derivando la legittimazione della sua presenza operativa dallo stesso cerimoniale relativo alla definizione del legame del comparatico. Il quale a sua volta è direttamente correlato proprio con il ciclo rigenerativo, umano, animale e vegetale. La “bambola”è l’oggetto centrale e formalmente giustificativo dell’azione in cui viene mimato il Battesimo reale. Da un lato c’è la bambina che attraverso il battesimo della pupa, che la più grande le affida, viene riconosciuta madre della bambola, della quale deve avere cura come fosse un vero neonato, quindi ancora entro la dimensione infantile di “apprendistato”,dall’altro c’è la bambina, di solito più grande di qualche anno, che cede la bambola alla più piccola della quale diventa “commarella” di san Giovanni, e della quale è anche responsabile. Di notevole interesse è il rito del Battesimo delle bambole a Barile, praticato ancora oggi. Di questo cerimoniale esiste solo una descrizione pubblicata nel 1889 da Angelo Bozza. Il comparatico della bambola, nella forma vista a Barile, era presente anche in altri centri della Basilicata. Ad Albano di Lucania (Potenza) e Noepoli i cerimoniali, non più attivi da alcuni decenni, dovevano essere simile a quello di Barile. I documenti raccolti in Basilicata sono simili a quelli rilevati in Calabria. Un cerimoniale simile, ma con bambole di stracci e pannolini, è attivo in quegli stessi anni ad Oppido Mamertina e a Cellara. Attraverso il “Battesimo della bambola”, sia pure nelle forme in cui prevale l’aspetto ludico su quello rituale,come rilevato a Cassano Ionico, si evidenzia una strategia femminile tesa alla definizione di forme di solidarietà e di alleanza che si stabilizzano come istituti culturali fondanti, pur contro le proibizioni ecclesiastiche. E tutto ciò passa con l’azione ludico-rituale che pone in evidenza un oggetto, un giocattolo, divenuto importante della condizione infantile femminile.
Di Mary Padula