Attualità

IL PENSIERO MAGICO DALL’INFANZIA ALL’ETÀ ADULTA

IL PENSIERO MAGICO DALL’INFANZIA ALL’ETA’ ADULTA

Miti e  leggende: narrazioni  magiche 

 

Foto. Magia Lucana di Luigi Di Gianni


Le pratiche magiche, di stregonerie e di guarigione, fanno parte della cultura popolare della Basilicata, della Calabria e della Puglia, e sono tutt’ora vive nelle regioni! Al centro di tutta la magia popolare lucana, per esempio, c’è l’affascino. Un antropologo, Ernesto de Martino, nel 1952 studiò questa pratica magica e la definì testualmente : “condizione psichica di impedimento e di inibizione, e al tempo stesso un senso di dominazione, un essere agito da una forza altrettanto potente quanto occulta, che lascia senza margine l’autonomia della persona, la sua capacità di decisione e di scelta”L’affascino è una vera e propria pratica che toglie il cosiddetto malocchio, ovvero un’energia negativa ,solitamente data dall’invidia. Il sintomo che fa subito intendere che c’è una forza negativa nella persona, è il mal di testa! “T’enn affascinat”! (Ti hanno affascinato!) Colei che toglie il malocchio ( solitamente è una donna anziana) è naturalmente anche una guaritrice: è una vera e propria operatrice che possiede formule magiche di carattere sacro. Ancora oggi esistono queste esperte di affascino e anche di giovane età : le donne più anziane hanno “passato” le formule magiche alle figlie/nipoti ( in un giorno santo) affinché si possa perpetrare negli anni.. e nei secoli dei secoli! Ma quali sono i metodi per togliere il malocchio? Uno, ad esempio, consiste nel versare una goccia d’olio in una bacinella di acqua : se la goccia si espande è affascino, altrimenti un semplice mal di testa! Nel primo caso, la donna getta l’acqua in strada e la prima persona che la calpesta si prende l’affascino e lo toglie alla vittima! Questa pratica può esser fatta anche autonomamente, basta, in effetti solo un po’ di sano egoismo! Un altro metodo è quello di spegnere in una bacinella d’acqua salata, tre tizzoni ardenti presi dal camino. Si traccia per tre volte, con la mano sinistra, un segno di croce e per ogni volta si recita un Pater, un Ave e un Gloria. Infine l’esperta operatrice recita : –“Ch t’ar affascnat?”– “D’occhj, u cor ‘a mend”– “Chi t’adda sfasc’nà”– “U Padre, u Figghie e ru Spir’te Sande”(-chi ti ha affascinato? –l’occhio, il cuore e la mente! –Chi ti deve sfascinare? –Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo). Poi c’è quello in cui l’operatrice segna sulla testa dell’affascinato per tre volte il segno della croce e sente su di sé la forza dell’affascino; contemporaneamente, recita un Pater, un Ave e un Gloria e se l’affascino c’è, la guaritrice comincia a sbadigliare come se patisse su di se la forza malevola. Con questo metodo si capisce non solo se l’affascino c’è o non c’è, ma anche la tipologia di chi lo ha “fatto”. Se si sbadiglia durante il Padre Nostro è stato un maschio, se si sbadiglia durante la preghiera dell’Ave Maria, è una donna, se invece succede durante la recitazione del Gloria allora è stato un religioso. Ora, forse, riprendo un po’ quello che ci ha consegnato il buon De Martino, affermando che, alla base del pensiero magico, c’è probabilmente l’illusione di possedere, gestire e soprattutto, modificare la realtà! Dunque, sarebbe un sano ed ingenuo tentativo di fuggire la realtà quotidiana! E quale rifugio migliore se non quello di un mondo magico? La struttura ed il funzionamento del pensiero magico è importante per comprendere come sia collegato alle credenze, alle stregonerie, ai miti popolari. Ma facciamo un passo indietro :secondo le prime teorie psicologiche il pensiero logico era una facoltà degli esseri razionali ed era in tal senso un’antitesi dell’impulsività. Il risultato era un’equazione , ovvero , pensiero=logica. Quindi tutto ciò che si poteva ipotizzare e dedurre faceva parte del pensiero razionale, del pensiero..umano! Tuttavia, osservare le persone nelle diverse situazioni quotidiane, ha indotto i ricercatori psicologi, a rivedere l’idea che si aveva del pensiero logico e razionale. Si sono interrogati molto su questo argomento e uno dei più grandi rivoluzionari della teoria del pensiero  è stato J.Piaget. Lo psicologo ha ipotizzato un pensiero in evoluzione, dall’età infantile all’età adulta, quando, si è ormai acquisita l’abilità del pensiero ipotetico-deduttivo. Piaget è stato anche uno dei primi a studiare il pensiero magico affermando che è anch’esso parte dell’apparato psichico ma che funziona in maniera più primitiva di quello logico. Ma siamo nel 2018, il pensiero si è evoluto e possiamo dunque sostenere la teoria di una coesistenza! Il pensiero logico e quello magico possono convivere nella mente adulta senza darsi troppo fastidio e  il secondo , poiché più primitivo, rappresenta il bisogno dell’adulto di ricorrere al suo aiuto! Da adulti dimentichiamo molte cose belle che ci caratterizzavano da piccoli. Tra queste, l’immaginazione e la fantasia. Ma ve lo ricordate come era semplice da bambini far spostare un oggetto solo con il potere della mente? Come era meraviglioso pensare il mondo con i colori che più ci piacevano? Da piccoli ci si costruisce uno spazio sicuro attraverso l’immaginazione, la creatività, la magia, perchè della realtà se ne sa ben poco. In età adulta non si perde affatto il pensiero magico, semplicemente c’è chi ne fa un mito,un racconto, e chi se lo tiene per sé, forse per vergogna, o per rispondere testualmente allo stereotipo dell’adulto razionale , preciso, confinato. Un adulto che si concede il privilegio del pensiero magico , è un adulto ironico, con un buon livello cognitivo ed in particolare, è una persona che si porta dentro il patrimonio mentale infantile. Insomma, l’uomo adulto, lucano o meno, non può fare a meno del pensiero magico. Come adulti non solo non dobbiamo abbandonare il nostro pensiero magico, ma siamo chiamati anche ad alimentarlo ed assecondarlo nei nostri bambini. Questo darà loro, spazio all’imaginazione, alla creatività, e permetterà loro di crescere in una realtà parallela a quella quotidiana fatta di confini a volte sin troppo rigidi. L’essere umano, dunque, sin dall’infanzia ha bisogno di vivere luoghi fantastici irragiumgibili annullando spazio e tempo reale, e ciò gli è permesso solo dal pensiero magico. Persino l’adulto più rigido, dinanzi al sale che cade inavvertitamente per terra, mette in atto rituali che conosce come antidoti alla sfortuna che gli è capitata! Tutto quello che rientra nel nostro pensiero magico , ci ricorda la precarietà della nostra esistenza e solo le formule magiche, i gesti e le parole che fungono da antidoti alla sfortuna, ripristinano un senso di equilibrio, donandoci , in quel momento, la sicurezza  di cui abbiamo bisogno. 

Mariangela Guerra