Cultura e territorio

Il peso della cultura sulle librerie indipendenti

Siamo orgogliosamente fieri di sapere che la nostra Matera rappresenterà l’Italia come Capitale Europea Della Cultura per il 2019. E orgogliosamente fieri che la designazione si sia estesa a tutta la Basilicata. Ma, esattamente, di cosa parliamo quando pensiamo alla cultura? Non starò a elencarvi tutto quello che ci aspetteremmo in termini di soldoni, perché, spesso sfugge a coloro che la parola “cultura” sanno a stento leggerla, personalmente tendo a dare un significato un po’ più alto a questo termine, forse poetico, in verità. Vi parlerò delle librerie e di un paio di domande che da circa un anno si fanno strada tra gli abitanti culturali lucani che forse, un libro, non
l’hanno mai nemmeno aperto:
– È vero che a Matera le librerie chiudono?
– È vero che nella Capitale Europea della Cultura non si respira carta stampata
ma odori altrettanto invitanti di panzerotti, peperoni cruschi e focaccine?
Affermativa è la risposta alla seconda domanda. Sulla prima possiamo discuterne. Perché, da quando Matera ha avuto la designazione, nessuna libreria ha chiuso i battenti. Due delle sei presenti in città, si sono semplicemente spostate di poche centinaia di metri. La verità è che in Basilicata si legge poco, pochissimo, con il 30% di persone che dichiara di leggere almeno un libro all’anno, guadagnandosi la fascia nera nazionale insieme alla Campania e alla Calabria. Ora, un paio di calcoli ve li faccio io, anche se non mi piacciono. Matera è una città di circa 60000 abitanti. Abbiamo già detto che consta di sei librerie, sparse tra il centro della città e la periferia. Avete idea di quanto costa vendere libri? Avete capito bene; vendere libri non è una passeggiata. Al libraio spetta una percentuale che va dal 10 al 30 %. Se poi ci mettiamo la facilità di acquistare libri on-line, l’avvento degli e-book e i circa 1800 euro di media per la locazione di un locale commerciale a Matera, ecco a voi signori, il gioco è fatto. E nel nostro amato Metapontino? Come possiamo pretendere che il numero delle librerie cresca quando le due o tre presenti fanno fatica ad andare avanti? Allora faccio un invito a quel 30 % di lettori di cui faccio parte anch’io (sperando che leggano più di un libro all’anno). Smettiamola con il click facile e torniamo a respirare carta, scegliendo e facendoci consigliare storie nelle librerie indipendenti.
Gianpaolo Colucci