Attualità

Policoro. “Piazza Segni” voluta dal cav. Montesano

Intervista all’architetto Umberto Giammetta progettista di Piazza Segni.

Nato a Napoli il 1° Agosto 1955 e trasferito a Policoro nel Marzo del 1964, si laurea a Roma presso l’Università La Sapienza il 9 Aprile 1981 alla facoltà di Architettura a pieni voti e, nello stesso anno, superando l’Esame di Stato, a Settembre si iscrive all’Ordine degli architetti della provincia di Potenza e, successivamente, quando hanno sdoppiato gli Ordini a quello di Matera, ove tutt’ora è iscritto.

Come nasce piazza Segni?

Piazza Segni è stato uno dei primi incarichi ricevuti (1984) dall’allora Sindaco Cav. Nicola Montesano, persona saggia, capace e molto lungimirante, particolarmente legata al paese che ha visto nascere e contribuito personalmente a farlo crescere: Policoro. E’ proprio della ricorrenza della Autonomia Comunale di Policoro, come paese a se stante e non più come frazione di Montalbano Jonico, che si è voluto ricordare come evento storico, anno zero della sua storia, figlio della Riforma Agraria ove l’allora Ministro all’Agricoltura l’agrarista Antonio Segni, poi diventato Presidente della Repubblica Italiana, contribuì fortemente con la legge di riforma a lui intestata e venne personalmente a celebrare tale importante inaugurazione . E’ storica l’immagine del Presidente Segni che esce dal Palazzo Comunale (ora biblioteca Pubblica) sotto gli “archi” tipici della Borgata Nuova .

Chi ha pensato di dedicarla a Segni?

Dedicare una Piazza al Presidente Segni è stato un gesto nobile e riguardoso del Sindaco Montesano pensando di interpretare oltre al suo, soprattutto il pensiero dei suoi cittadini. L’aria scelta per realizzare la Piazza era stata individuata dall’allora Piano Regolatore limitrofa alla “Nuova Sede Comunale” così come è stata la sua collocazione. Essa era individuata come “crocevia” di molte Funzioni Pubbliche Specifiche: Il Comune, la Chiesa successivamente realizzata), lo Sport (Palazzetto dello Sport successivamente realizzato) il Verde Pubblico (disatteso).

Cosa intendeva rappresentare?

La Piazza pertanto, diventava il “collante delle Socialità Specifiche”, il ricordo Storico, Culturale, Religioso e Sociale. Il compito di evocare tutto questo in uno spazio circoscritto era arduo e di non facile risoluzione.

La giovane età, la voglia di fare e l’altrettanto amore per il paese che mi ha adottato, mi hanno spronato a cimentarmi (con dubbio risultato) in questa impresa professionale non senza dubbi e timori. Dunque Piazza Segni doveva essere, al contempo, non solo il “collage” di tutti i riferimenti descritti, ma doveva anche significare il “passaggio dal  vecchio al nuovo”, come dire dal Vecchio Comune della Borgata alla Nuova Casa Comunale della Zona di Espansione Urbana, dalle Casette Contadine agli allora moderni Insediamenti Urbani, dalla Heraclea Storica alla Policoro Moderna, dalla Architettura Contadina (tante volte ed ancora oggi rimpianta) all’Architettura considerata Moderna.

Bisognava, quindi, nelle volontà del Committente e dell’Amministrazione Comunale che rappresentava, incominciare a “riscrivere la Storia del Paese”.

Fine prima parte