SCANZANO J.co “ YES YOU CAN!”
SCANZANO J.co
YES, YOU CAN!
Scanzano Jonico nota per la famosa marcia di Centomila, per gli avvenimenti che riempiono le pagine di cronaca …
Ma Scanzano J.co merita di essere menzionata solo per questi motivi? Non esistono altre argomentazioni? È mai possibile che a prevalere sia solo ed esclusivamente un forte senso di scoramento diffuso tra la popolazione? Insomma, non esiste null’altro a Scanzano J.co? A quanto pare no.
La dimostrazione è data dal fatto che numerosi turisti, guidati da ARCHEOART Basilicata, hanno letteralmente invaso il centro urbano. La cooperativa di servizi e beni archeologici di Policoro, nata più di vent’anni fa, ci crede e come in Scanzano J.co tanto da trasmettere a coloro che la visitano la voglia di ritornarci. Più di 250 visitatori, in due giorni, hanno avuto modo di apprezzarne le bellezze dal punto di vista storico – archeologico, oltre che i prodotti enogastronomici. Gli studenti dell’Istituto Comprensivo “ Marconi Torricelli “ di Casandrino (Na) e l’Istituto Comprensivo “G.Siani Villaricca “ guidati dal Prof. Arch. Andrea Speranza hanno avuto modo di visitare il centro della città (ad accoglierli, per un saluto, l’assessore alla cultura comunale Puce). Dunque, come già detto da alcuni studenti del Fermi di Policoro, originari di Scanzano J.co “ Scanzano vive se noi la viviamo”. Nonostante la crisi economica, non solo quella, molti cittadini continuano a credere di poter investire le proprie risorse spaccandosi la schiena “quotidianamente “. Scanzano città della Pace, il termine deriva dal latino pax, a sua volta dalla radice indoeuropea pak – pag (legare, unire, saldare). Su quest’ultimo termine dovrebbero soffermarsi tutti, i cittadini, gli amministratori, al fine di percorrere la strada che porta alla crescita della città.
Un po’ di storia su Scanzano J.co …
(vietata la riproduzione)
La moderna città di Scanzano Jonico è situata nel cuore del metapontino, tra i fiumi Agri e Cavone. Il toponimo della città è da ricondurre alla forma Iscanzana (isca, isola, terreno compreso tra corsi d’acqua, cfr. Alessio, Iapigia, cit.,XIII, pag. 180). Divenuta indipendente dal Comune di Montalbano Jonico nel 1974, oggi, Scanzano, è in grado di offrire attrazioni dal punto di vista storico-archeologico e naturalistico che affondano le proprie origini sin dal periodo delle prime colonizzazioni greche che raggiungono le coste della Lucania Jonica come nel caso dell’insediamento di Termitito; quest’ultimo risulta essere antropizzato ancora nel 1600, infatti, i dati si evincono dalla carta della Terra di Bari et Basilicata edita nel 1636 ad Amsterdam, ancora, nel 1934 compare sulle carte topografiche del tempo con il nome di Trimititi. La collina, che ricade nel territorio del comune di Scanzano J., è stata oggetto di studi scientifici e scavi archeologici in particolare da parte dell’Università degli Studi di Lecce. La ceramica emersa dall’area pertinente il centro urbano del sito si può collocare al periodo proto campano,campano a vernice nera, adulo e d’ impasto imperiale. Attualmente, il parco archeologico di Termitito si colloca in un più vasto itinerario, teso alla fruizione da parte di un pubblico vasto ed eterogeneo, caratterizzato dalla presenza di importanti colonie a matrice greca limitrofe (Metaponto – Herakleia). Materiale archeologico, riconducibile al periodo apulo, è stato rinvenuto nei pressi dell’ex edificio della Direzione del Centro Fondiario, all’ interno della borgata. Nello specifico si tratterebbe di sepolture (inumazioni), considerato che la Soprintendenza di Basilicata nasce nel 1964 per volontà del noto archeologo Dinu Adamesteanu, la notizia relative il rinvenimento dei reperti del 1959 è da approfondire preso la Soprintendenza alle Antichità di Taranto. Presenti, sul territorio, alcuni villaggi agricoli riconducibili all’età greca come, ad esempio, la Masseria di Santa Sofia sita a nord ovest dell’attuale stazione ferroviaria; presente, altresì, l’antica Masseria di Terzo Caracciolo, dal terreno affiora materiale ceramico antico, il villaggio persiste ancora in epoca medievale, presente, oggi, la chiesa di S. Giulio. In prossimità del fiume Cavone ( l’antico Acandro) è presente,ancora, un villaggio agricolo di epoca greca. Nel 1959, secondo la ricostruzione del Quilici, si rinvengono 46 monete databili al I sec. a. C, un vero e proprio tesoretto. In ultimo, non per importanza, è presente il villaggio ellenistico di Recoleta, sito sulle colline che sovrastano il fiume Agri; il sito ospita un antico Tratturo Preistorico. Presente una necropoli databile al IV – III sec. a. C. sempre negli anni ’50, alcuni contadini, hanno portato alla luce tombe in lastre in arenaria gialla di provenienza pugliese. Al XVII – XVIII sec. d.C. risale una masseria fortificata composta da un portale, una torre quadrata e due torri poste agli angoli della facciata. Recoleta è menzionata per prima nell’ atto di morte di Giovanni Sillenzio da Laurenzana nel 1699, il documento è bacon servito in una parrocchia di Montalbano Jonico.Verosimilmente il villaggio antico di Scanzano continua ad esistere anche in epoca alto – medievale. Nel 1095 compare il primo atto di donazione della chiesa di Santa Maria di Scanzano all’abate di Santa Maria di Pisticci. Proprio nel casale antico di Santa Maria sorge l’attuale Palazzo Baronale (basti pensare che era consuetudine trasformare gli antichi monasteri brasiliani in dimore nobiliari se si pensa anche al vicino Castello di Policoro). A conferma della presenza di un edificio antecedente, risalente al XI secolo d. C., la presenza di una torre e di una chiesa(cappella) con orientamento differente rispetto il precedente. Il Palazzo Baronale, dopo una serie di rifacimenti strutturali avvenuti nel corso dei secoli, nei primi anni del 1800 viene acquistato da Gennaro Ferrara, il quale trasforma in maniera significativa l’immobile donandogli un aspetto tutt’oggi fruibile da parte non solo dei turisti ma anche dei cittadini, attualmente è sede di delegazione comunale. Presente, nell’attuale centro urbano, la chiesa di Maria Santissima Annunziata, all’interno è conservata una corona d’argento appartenente ad una statua dedicata alla Madonna databile al 1715 , inoltre, sono presenti alcune suture lignee databili al XVIII d.C. A corredo dei beni archeologici e storico – artistici menzionati in precedenza è doveroso inserire la Torre Saracena (da incastonare in un sistema di avvistamento costiero coadiuvato dalle vicine Torre Mozza, sita in Policoro e Torre Bollita sita in Nova Siri). La torre è databile al XVI secolo d. C. a base quadrata e forma tronco piramidale si presenta priva di elementi decorativi, mantiene tre piccole aperture sui lati, è dotata di un terrazzo. Le mura della torre si presentano, nella parte esterna, in laterizi. In principio le mura sono in laterizio, recentemente è stata resa fruibile al pubblico. Attualmente la città è in forte espansione dal punto di vista urbanistico, sono presenti alcuni stabilimenti balneari e villaggi turistici meta di numerosi turisti. La bonifica del territorio negli anni Cinquanta e l’assegnazione di numerosi poderi e quote previste dalla legge Stralcio ha favorito la nascita di numerose aziende agricole tese alla produzione di agrumi, pesche, kiwi e fragole come la famosa “Candonga di Basilicata”.
Mary Padula